NOVI LIGURE CAPITALE DELLO SPORT GIOVANILE CON LA DISCIPLINA KARATE

Novi Ligure Capitale dello sport giovanile con la disciplina Karate.

Ancora una volta l’Ente CSAIN di Alessandria e la ASD Il Tempio del Karate hanno fatto centro, 250 iscritti, sono giunti a Novi Ligure al cospetto di un nutrito pubblico i 230 atleti dai 6 anni ai 18 anni, partendo dalla cintura bianca alla cintura nera.

Oltre al pubblico le autorità della amministrazione comunale con la presenza del Sindaco Muliere, del vice Sindaco Broda, dell’assessore allo sport Gabriele, del Delegato CONI di Alessandria Balossino portando anche il saluto del Presidente Regionale Porqueddu, una rappresentanza degli operai della ditta Pernigotti che da parecchi mesi stanno lottando per la medesima non venga smantellata, un plauso all’ideato della manifestazione che ha voluto acconto alla manifestazione anche la loro presenza.

Ritorniamo alla manifestazione, atleti provenienti da Piemonte, Lombardia, Liguria hanno dato la loro adesione al 17° Grand Prix valevole quale 3° Trofeo Raffaele Montecucco, queste le società iscritte, Karate Planet Casale Monferrato, Kodokan Alessandria, Karate Tortona, Shinboku Sonkei Val Borbera, Sho Kan Karate Do Varese, Karate Voghera, Fesian,Yashinau, Polisportiva Moretta, Kodokan, Budokai Karate, Shinzo Buschi, Polisportiva Vigevano e il Tempio del Karate di Novi Ligure e Tortona.

Ha presenziato alla manifestazione il responsabile della squadra agonistica di Karate Nord Italia Antonucci, un plauso viene anche rivolto alla responsabile della giuria Tiziana Turletto e al gruppo arbitrale composto di 20 unità, al gruppo che ha seguito tutto le varie operazioni della manifestazione sino alla premiazione degli atleti.

Il Trofeo montecucco è stato assegnato al società con maggior punteggio “Il Tempio del Karate”.

E’ doveroso ricordare chi ha assegnato il Patrocinio dalla Commissione Europea, al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, al CONI Regionale, alla Provincia di Alessandria, al Comune di Novi Ligure, alla emittente TV 7Gold, all’UNVS e all’ENSTL.

Vogliamo anche ricordare i primi tre classificati di ogni categoria, Ciancio Federico, Antonucci Alessandro, Beltramo Giulia, Sara Repetti, Iodice Francesca, Ferro Federica, Terragno Chiara, Finardi Valeria,Jellan Zakaria, Serratore Davide,Del Barba Paolo atleti cintura nera.

Cintura verde/blu – Tivadar Razuvan, Amazoune Otman, Amazoune Hamza, Varosio Valentina, Castoldi Emma, Di Marco Giada

Cintura Marrone dai 10/14 anni,Bruno Tommaso, Minnino Michele, Zacchetti Alessio, Bruno Riccardo, Ferrari Dennys, Danella Mattia, Visetti Andrea, Scarsi Francesco, Ferrari Jacopo, Daffonchio Davide,Sartori Riccardo.

Cintura Nera 16/17 anni Chiappuzzo Chiara, Cauduro Simone, Meneghin Yuri

Cintura Nera 10/14 – Caroli Anna, Naso Francesca- Borriello Francesco, Scalone Lorenzo, Lento Alessandra

Cintura Marrone categoria “O e L” Carrega Vittoria, Nuccio Diamante, Ottonello Giorgia, Amendola Marco, Repetti Gioele, Siracusa Emil, Conditi Giulia, Mangione Melissa, Cauduro Giulia, Tapirlan Denisa, Gonnet Desirè, Barcellona Clotilde, Collatin Viola, Villata Eleonora, Laberbera Rayan, Sisella Alessio.

Cintura Gialla/Verde – Mauri Emanuele, Chalams Alessia

Cintura Bianca/Gialla/Arancio -Solis Jissel, Zurlo Valentina, Croce Timoteo, Fattakhova Evita, Seghesio Sabrina, La Paglia Edoardo, Fracchia Simone, Boudelfla Sabrina, Armetta Simone

Cintura Blu 10/14 anni – Prosperi Sofia, Fossati Emma, Morero Rebecca, pari merito Scalzo Enya e Terragno Sara, Para Kevin, Salamantin Luca, Banaceur Jamal, Apuzzo Roberto Benecchio Simone Labarbera Marco, Antonucci Andrea, Astori Lorenzo, Mziovid Azzadin, Morero Lorenzo, Morero Michele, Rossi Gianluca, Bessone Mattia, Barbero Daniele, Nasca Lorenzo.

Citura Gialla – Diop Rokhaya, Ciancio Valentina, Perricone Ariel, Marangoni Martina, Cimò Jasmine,Bellario Sofia, Benvenuto Luca, Ghio Edoardo, Prestano Pietro, Peluso Nicolò, Bisio Filippo, Guardamagna Alessandro, Ferrari Michele, Creamanti Riccardo, Orsi Leonardo, Gardella Luca, Villata Alessandro, Mahubobi Salin, Schwingen Sophie, Pestano Giorgia, Piu Miriam, Sabirh Rihan, Chelaru Roxana, Trombotto Melissa, Michelin Salomon Jacopo, Arangio Mirko, Fulea Dario.

Cintura Verde 10/14 – Bianchi Riccardo, Cisse Abdou, Caselli Federico,Balliu Enes, Handford Tomas, Morello Andrea, Scarsi Emanuele. Berti Davide, Cunietti Alessandra, Braiolo Leonardo, Fighetti Samuel, Pizzol Maddalena, Visetti Matilde, Bergaglio Ariele,

Cintura Arancio 10/14 – Bouzai Omaima, Chiappino Crystal, Fumanti Stefania, Marinati Nausica, Cattarelli Alessandra, Leonardo Henry, Salvarello Elia, Pugliano Leonardo, Garolla Thomas Lorenzo, Scalercio Samuele, Piana Serena, Vigna Camilla, Valenti Gaia, Beltrame Leonardo, Aninia Walid, Marchesotti Tommaso, Barral Nicolò, Semino Martin, Villata Gabriele.

Ora vogliamo elogiare le cinture bianche dai 6 ai 10 anni alle prime armi -Re Giovanni, Lugano Daniele, Ottone Federico, Picollo Ascanio, Perotti, Michele, Gueltrito Roberto, Barcellona Ludovico, Cartasegna Ginevra, Amendola Danica, Podey Nicole, Stasi Matilde, Carrega Viola, Sarquri Romy, Colucci Matteo, Moriondo Samuele, Zurlo Gabriele, Cocchiara Edoardo, Elia Jacopo, Rossi Leonardo, Biava Edoardo, Kaskari Brayan, Cornelli Ingrid, Diop Marem, Castoldi Giorgia, Gharab Fatima, Mitrea Elisabetta, Braico Diand, Borsoi Angelica, Tassil Amira, Monbello Emma, Bovalloch Yanna, Sinopoli Alice, Cavo Alessandro, Marchesotti, Christian, Cavo Francesco, Accastelli Elia, Caielli Filippo.

Molti si chiederanno come mai tanti premiati, questo perché il palazzetto e stato diviso in tre settori ovvero tre “tatami” salgono da un minimo di tre a sei atleti per volta e sono giudicati da 4 giudici, in base al punteggio finale viene stilata la classifica finale.

Prossimo appuntamento in provincia di Alessandria la Coppa Italia il 24 marzo al Palasport di Alessandria.

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Vigna vecchia fa grandi vini. Eppure in Italia le estirpiamo a 20 anni”

 “Vigna vecchia fa grandi vini. Eppure in Italia le estirpiamo a 20 anni”

Intervista con il Preparatore d’Uva: “I vigneti vecchi raccontano un territorio e un’azienda. Essere riconoscibili è fondamentale. L’enologo, poi, dovrebbe essere una figura più specializzata su una sola uva”

Potare una pianta ferendola il meno possibile; fare in modo che la vite viva il più a lungo possibile: formare il personale delle aziende affinché sappia gestire i vigneti nel migliore dei modi. 

Marco Simonit è uno dei preparatori d’uva, insieme a Pierpaolo Sirch più famosi e competenti del mondo. Il suo metodo di taglio della vite, ormai, è conosciuto, apprezzato e richiesto in tutto il mondo. Simonit, però, “punge” i produttori italiani: “Da noi, una vite a vent’anni viene considerata vecchia, una pianta da estirpare e sostituire con una giovane. Ecco, così facendo perdiamo l’identità di quel territorio. Provate a dirlo ai francesi di tagliare una vita di vent’anni e vedrete come vi risponderanno”. Già, ormai sembra banale e scontato fare il confronto con i “cugini” francesi, ma da loro c’è sempre da imparare. Perché se è vero che in Francia si produce meno vino che da noi, il valore dei vini francesi è incredibilmente più alto rispetto ai nostri. Ma c’è di più. E su questo Simonit ha ragione: in Francia un vino spesso rappresenta un’azienda, uno stile magari, o una particolare zona. Da noi questi casi, sono rari, anzi rarissimi. “I grandi vini, nel caso specifico parlo di alcune maison francesi, faccio qualche nome, come Domaine Leroy, Chateau de la Tour, Moët & Chandon – dice Simonit – ci hanno dato come primo obiettivo quello di far vivere il più a lungo possibile le loro vigne storiche. E permettere a quelle giovani di invecchiare nel migliore dei modi. Questo perché qui hanno compreso che i vini top, di altissima qualità, vengono dalle uve prodotte dalle vigne vecchie, che esprimono non solo il meglio, ma anche un territorio, anzi quel territorio dove sono cresciute. E diventano, così riconoscibili, non solo in Francia, visto l’esempio, ma anche nel mondo. Ecco perché i grandi marchi vogliono salvaguardare questo patrimonio”. In Italia, invece, l’età media delle vigne è relativamente bassa: “Da noi a 20 anni si pensa già a come estirpare i vecchi vigneti – spiega Marco – mentre in altre parti del mondo, le vigne a 20 anni iniziano a produrre vini di un certo tipo. Per fortuna pian piano c’è una diversa sensibilità nel nostro paese e ci sono molte aziende che stanno lavorando verso questa direzione. Si tratta di un fatto culturale. La tradizione non presuppone la cultura, invece bisogna studiare e conoscere a fondo quello che si fa e, soprattutto, confrontarsi con chi è più bravo di noi”. 

E i Preparatori d’uva servono proprio a questo: a formare le persone che poi, da sole, saranno in grado di gestire il vigneto e farlo vivere il più a lungo possibile: “Il nostro concetto di base è semplice – spiega Simonit – Abbiamo messo a punto una tecnica di gestione manuale della pianta volta a salvaguardare la salute e la longevità della pianta stessa, di dargli la possibilità di durare nel tempo e di dare alle aziende viti che in virtù della loro struttura anatomica riescono a vivere e resistere e a dare grandi prodotti, dei vini che in virtù dell’età della vigna possano essere riconosciuti”. Il preparatore d’uva è un mestiere difficile. Deve studiare l’azienda, capire cosa vuole realmente e poi “cucire” addosso un piano di interventi: “Ogni territorio è diverso, ogni azienda ha il suo stile – spiega Simonit – Noi abbiamo il compito di far trovare agli operatori che si occupano della vigna, la strada corretta per rispettare le piante e permettere alle piante stesse di esprimere le loro potenzialità”. Si alternano momenti di studio in classe, principalmente in inverno, a vere e proprie lezioni in mezzo alla vigna e i corsi, ormai, oltre che in tutta Europa, si tengono nel Nord e nel Sud dell’America, in Australia, in Nuova Zelanda e in Sudafrica. “Il percorso di formazione dura tanti anni – dice Simonit – e per questo parallelamente abbiamo ideato nel 2009 la scuola italiana della potatura con un diploma di primo e secondo livello. Oggi abbiamo 16 sedi in tutta Italia con una media di 450/500 alunni iscritti durante l’anno. Per non parlare del primo diploma universitario di potatura che abbiamo realizzato con l’università di Bordeaux, Oggi molti altri atenei stanno pensando di attivare questo corso, segno che finalmente si è compresa l’importanza di una corretta potatura”.

Simonit, poi, torna indietro negli anni, di quando viveva in campagna insieme ai nonni: “Non avrei mai pensato di fare questo mestiere – racconta – Sono sempre stato un grande appassionato di piante, di alberi in particolare. La prima volta che ho incontrato un vigna mi ha appassionato tantissimo ed ho iniziato a disegnare le piante delle viti, riscontrando tutta una serie di situazioni morfologiche così diverse, tra cui ferite e piaghe provocate tutti gli anni dalle potature come si facevano un tempo. Così mi sono chiesto che cosa succedeva dentro la pianta che subiva queste ferite. Ho preso un tronco di vite, l’ho portato da un falegname e l’ho fatto dividere in due, accorgendomi di come dentro un sacco di legno era secco, morto. Da lì è iniziata la mia curiosità, il voler approfondire un sistema che potesse recare meno ferite possibili alla pianta, a ridurre l’impatto negativo dell’addomesticazione della vite, perché la potatura viene fatta solo da chi coltiva la vigna”. In questi 20 anni molte cose sono cambiate, “ma – dice Simonit – per forza di cose, perché le viti sono essere viventi, evolvono, cambiano e anche noi siamo cambiati per cercare di essere perfetti. Stiamo lavorando affinché si possano fare tagli ancora più piccoli riducendo le ferite e favorendo la cicatrizzazione, cercando di mantenere costante la prosecuzione dei flussi linfatici, perché se noi interrompiamo questo flusso, riduciamo la vitalità della pianta”. Secondo Simonit, poi, una potatura ben fatta può mettere la pianta nella condizione di avere maggiore capacità di adattarsi all’ambiente circostante: “C’è un nesso fra potatura e sostenibilità, ma soprattutto tra la potatura e la capacità di adattamento della pianta – dice – Ne abbiamo le prove nella Rioja, dove le viti, che non hanno a disposizione una sola goccia d’acqua per l’irrigazione, vengono preparate e gestite in maniera tale che possono vivere benissimo con poca acqua. Anche la ricerca sta cercando di creare in laboratorio vite resistenti, con il genoma editing. Io dico, ben venga. Ma la potatura non può prescindere dalla ricerca, così come la ricerca non può prescindere dalla potatura. Si va insieme. Il ricercatore fa un mestiere, il vigneron ne fa un altro”. 

Capitolo vini naturali. Simonit sorride un po’ quando sente questo nome: “Mi viene difficile dirlo – dice – In natura se lasci l’uva così, non è che si trasforma in vino. E’ sempre merito dell’uomo. Credo che però sia solo il termine sbagliato, perché per il resto tutte le cose che sono rispettose della materia prima e che consentono di avere espressione più originale possibile dell’uva sono molto interessanti. Meno manipolazioni, in senso negativo, ci sono, meglio è. C’è ancora molto da fare e da scoprire, ma mi piace molto questa idea. Noi lavoriamo con aziende biologiche e biodinamiche che fanno vini di questo tipo, cerchiamo sempre di permettere alle piante di strutturarsi in un certo modo per esprimere tutto il loro potenziale”. Secondo Simonit, in Italia, l’enologo dovrebbe essere una figura diversa, più specializzata, “come in Francia per esempio, dove esiste l’enologo del Pinot nero, l’enologo dello Chardonnay, l’enologo del Sauvignon. Ecco dei tecnici che lavorano prevalentemente su certe tipologie. Il mondo è davvero ricco di sorprese, ma i dettagli sono l’ossessione dei grandi brand. E trovo che sia importantissimo, a certi livelli, curare le piccole ma fondamentali cose. Perché dettaglio dopo dettaglio acquisisci un’identità e vieni identificato in una certa maniera”. Il 2019 sarà un anno molto importante per i Preparatori d’Uva: “Intanto daremo vita al primo festival nazionale del potatore – dice Simonit – che si terrà il 9 marzo ad Erbusco in Franciacorta. La nostra idea è che questo festival diventi itinerante. Vedremo come andrà la prima edizione. Intanto, oltre l’aspetto conviviale, abbiamo pensato ad un contest, per premiare il miglior potatore d’Italia. Si potrà partecipare in maniera individuale o a squadre. Il vincitore andrà a gareggiare ai campionati del mondo che si terranno nel 2020 in Svizzera. Mi piacerebbe che a questa festa in Franciacorta partecipassero tante famiglie, per dare il giusto riconoscimento a chi lavora ogni giorno in vigna. Poi l’accademia della vigna, che è stata inaugurata all’interno del Castello di Spessa a Capriva, in Friuli. Nei nostri progetti dovrebbe diventare il cuore di tante iniziative, con un programma che si dipani lungo tutto l’anno. Stiamo mettendo a punto i dettagli. E poi il nostro manuela di potatura: dopo la versione in italiano francese, quest’anno arriveranno i libri tradotti in inglese e tedesco”.

NOVANTA ORE ALLAPARTENZA DELLA MANIFESTAZIONE DI KARATE A NOVI LIGURE AL PALASPORTVALEVOLE QUALE 17° EDIZIONE DEL GRAND PRIX E 3° TROFEO RAFFAELE MONTECUCCO

Dopo trecentosessantacinque giorni Novi Ligure ritorna Capitale dello Sport, questo grazie alla organizzazione del Comitato Provinciale di Alessandria C.S.A.In., in collaborazione con la società ASD Il Tempio del Karate.

La manifestazione in questa edizione si può fregiare dei seguenti patrocini del Ministero del Lavoro delle Politiche Sociali, dalla Commissione Europea, dal CONI Regionale Piemonte, della Provincia di Alessandria, dal Comune di Novi Ligure e dall’U.N.V.S., dall’ENSTL, e dalla emittente televisiva 7Gold.

La manifestazione denominata 17° Grand Prix di Karate, Challenge Nazionale e l’assegnazione del titolo Regionale C.S.A.In., valevole quale 3° Trofeo Raffaele Montecucco uomo di sport.

La manifestazione sarà coordinata dai maestri Gimmo Borsoi e Gianlivio Rodolfi, mentre il presidente di giuria Tiziana Turletto.

Abbiamo avvicinato l’ideatore e organizzato di questa manifestazione Giampiero Montecucco che ha dedicato allo sport la sua vita, ha ricevuto il 2 giugno 2017 l’onorificenza di Grande Ufficiale per i suoi cinquantadue anni di sport sia come atleta oggi come dirigente.

Anche quest’anno, come da tradizione, il Comitato Provinciale di Alessandria C.S.A.In. è in prima fila per questa manifestazione di arti marziali settore Karate disciplina olimpica, in collaborazione con la società novese “ASD Il Tempio del Karate”.

Sono lieto come Presidente Provinciale di Alessandria dell’Ente di Promozione Sportiva di promuovere nel nostro Ente, una manifestazione dai così alti valori umani sociali e sportivi. E’ per me motivo di grande orgoglio poter condividere con il comitato organizzatore e gli atleti quest’esperienza che vuole evidenziare il grande valore dello sport che non deve mai essere sottomesso o strumentalizzato a fini che non hanno nulla a che fare con la dignità e la crescita della persona . Sono convinto che lo sport sia veramente, come spesso si dice, una scuola di vita, soprattutto per il grande aiuto che offre a coloro che hanno necessità di riscoprire le proprie capacità e potenzialità, che consentono all’individuo l’accettazione piena della propria persona, trampolino di lancio per la vita.
Questa manifestazione sarà l’espressione dello Sport, come momento di amicizia, esperienza di festa, di conquista, di coraggio, di pazienza, e riempirà di segni, di obiettivi, di speranza il percorso di sociale e sportiva degli atleti.

Quest’anno in comune accordo con la società organizzatrice abbiamo pensato di dedicare questa sedicesima edizione ad un noto personaggio novese che ci ha lascia nell’anno 2016.

Un grazie a tutti, ai genitori che accompagnano i propri figli, al pubblico che invaderà pacificamente il Palazzetto dello sport di Novi Ligure, agli arbitri che giudicheranno gli atleti, ai dirigenti sportivi e alle loro società, un grazie di cuore.

Questo evento è il messaggio che lo sport può dare forza anche nei momenti pesanti della vita – spiega Gimmo Borsoi, Presidente della società “Il Tempio Del Karate”, Società ideatrice assieme al Comitato Provinciale di Alessandria C.S.A.In. dell’ evento – lo sport è unione, condivisione, con i suoi valori può far ricordare con gioia anche una persona che non c’è più”. Raffaele Montecucco, il papà di Giampiero, esprime commosso la propria soddisfazione per l’iniziativa: “Il ricordo di Raffaele sarà sempre vivo in tutti noi, l’affetto che ci circonda è la prova che nessuno mai la dimenticherà. Siamo contenti di poter ricordare Raffaele uomo di sport, e con gli stessi valori al nostro atleta da pochi scomparso portato via alla nostra società, ha iniziato all’età di sei anni, una grande passione per lo sport al “karate” e, per l’alpinismo che nel mese di agosto in una sua scalata in solitaria ci ha lasciato ma resterà sempre nei nostri cuori.

Un grandissimo evento ad Alessandria al Palasport di Lungatanaro sempre per il settore di Arti Marziali disciplina Karate 24 marzo 2019 dalle ore 9.00 alle ore 18,00 COPPA ITALIA

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