STAGE DI KARATE A PIANEZZA

PROSEGUONO COME DA PROGRAMMA STILANO ALL’INIZIO DI STAGIONE SPORTIVA 2018/2019 GLI STAGE DI ARTI MARZIALI SETTORE KARATE PER IL NORD ITALIA ORGANIZZATI DALL’ENTE DI PROMOZIONE SPORTIVA C.S.A.In – DEL COMITATO DI ALESSANDRIA.

Domenica 24 febbraio in località Pianezza si è tenuto lo stage riguardante l’iniziativa svolta dal maestroGianlivio Rodolfi responsabile per il Nord Italia del settore Karate legato al Comitato Provinciale CSAIn Alessandria, il secondo dei sette stage che si svolgono nel contesto di questa stagione sportiva sotto legita del comitato di Alessandria.

Sono intervenuti un nutrito gruppo di atleti per l’acquisizione dei crediti sportivi dei passaggi di esami e la revizione dei rispettivi DAN atleti provenienti dal Piemonte, Valle d’Aosta , Liguria e Lombardia.

Il successivo stage in programma il 7 e 14 aprile località ancora da definire.

Il sevizio fotografico sul sito: https://www.facebook.com/pages/Centri-Sportivi-Aziendali-e-Industriali-CSAIN/1659236680969381?sk=timeline

 

CON LE FRECCE TRICOLORI SI VOLA GIA’ VERSO IL GIRO D’ITALIA 2020

CON LE FRECCE TRICOLORI SI VOLA GIÀ VERSO IL GIRO D’ITALIA 2020

Per la prima volta nella storia della Corsa Rosa, una delle tappe partirà da una base militare, da Rivolto, sede del 2° Stormo dell’Aeronautica Militare. Un anno importante per la base friulana: nel 2020 si celebrerà anche la 60^ stagione acrobatica delle Frecce Tricolori.

Rivolto, Codroipo (Udine), 19 febbraio 2019 – La base aerea militare di Rivolto ha accolto oggi la conferenza stampa di presentazione della partenza di una tappa della Corsa Rosa del 2020. Infatti, proprio dall’interno dell’aeroporto militare e per la prima volta nella storia del Giro, partirà una delle tappe più importanti. Un anno importante per la base friulana: nel 2020, infatti, si festeggeranno anche i 60 anni della stagione acrobatica della PAN (Pattuglia Acrobatica Nazionale). Continua così la proficua collaborazione tra la Regione Friuli Venezia Giulia, l’Aeronautica Militare e RCS Sport.

Nell’ultimo decennio già due volte le Frecce Tricolori hanno accompagnato il Giro d’Italia: nel 2009 durante il passaggio della corsa proprio sulla pista di Rivolto e nel 2014 quando la Corsa Rosa si è chiusa a Trieste.

Il passaggio del Giro d’Italia 2009 sulla pista dell’aeroporto militare di Rivolto

STATISTICHE

  • Prima tappa in Friuli Venezia Giulia: Milano – Udine, 18 maggio 1910
  • Pietre miliari del Friuli Venezia Giulia al Giro (recenti):
    • 22 maggio 2003: la prima volta dello Zoncolan (dalla parte di Sutrio)
    • 30 maggio 2007: primo arrivo sullo Zoncolan (dalla parte di Ovaro)
    • 23 maggio 2010: attacco di Basso, che poi vincerà il Giro, e vittoria sullo Zoncolan
    • 1 giugno 2014: conclusione del Giro a Trieste, prima vittoria nella generale per un colombiano, Nairo Quintana
    • 20 maggio 2016: prima Maglia Rosa per il Costarica con Andrey Amador (Cividale del Friuli)
    • 19 maggio 2018: primo successo di Chris Froome al Giro sull’arrivo dello Zoncolan

La pattuglia delle Frecce Tricolori con il Trofeo Senza Fine

DICHIARAZIONI
Il Presidente delle Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, ha dichiarato: <<Presidente da poche settimane, lo scorso anno ho avuto il privilegio di assistere alla spettacolare tappa dello Zoncolan, a margine della quale ho espresso l’auspicio che il legame tra il Friuli Venezia Giulia e il Giro d’Italia potesse rafforzarsi già a partire dalle successive edizioni. Annunciare oggi questo nuovo importante appuntamento mi riempie dunque di orgoglio, consapevole che l’unione tra il nostro straordinario territorio e un brand mondiale come il Giro rappresenti un binomio vincente su più traguardi>>.

Il Col. Andrea Amadori, Comandante 2° Stormo, ha detto: <<Il 2020 per l’Aeronautica Militare sarà un anno importante. Proprio qui a Rivolto la Forza Armata celebrerà la 60^ stagione acrobatica delle Frecce Tricolori e lo farà aprendo l’aeroporto militare a tutti gli appassionati del volo. Collaborazioni al fianco di partner importati come la Regione Friuli Venezia Giulia e il Gruppo RCS, per iniziative affascinanti come quella che abbiamo presentato oggi al 2° Stormo, permettono all’Aeronautica Militare di far conoscere alla collettività il lavoro che svolgiamo quotidianamente, con umiltà e senso del dovere al servizio del Paese>>.

Il Magg. Gaetano Farina, Comandante Frecce Tricolori, ha sottolineato come: <<Stendere il Tricolore più lungo del mondo ancora una volta sul Giro d’Italia sarà per noi un grande orgoglio. Lo sarà ancor di più perché sarà fatto a casa nostra nell’anno in cui celebreremo la 60^ stagione acrobatica delle Frecce Tricolori. Passione, tradizioni, dedizione e lavoro di squadra sono i valori fondamentali che contraddistinguono e caratterizzano da sempre la Pattuglia Acrobatica Nazionale così come il ciclismo ed il Giro d’Italia.”

I relatori della Conferenza Stampa, le Frecce Tricolori ed il Trofeo Senza Fine

Paolo Bellino, Amministratore Delegato di RCS Sport, ha dichiarato: <<Il Giro d’Italia è per il gruppo RCS un evento in continua crescita e che vogliamo sviluppare anno dopo anno. Anche il prossimo anno avremo quasi 200 televisioni collegate nei 5 continenti che ci permetteranno di raggiungere una audience potenziale di oltre 800 milioni di persone. Verranno trasmesse immagini di altissima qualità, focalizzate sia sulla parte sportiva che su quella paesaggistica, artistica e culturale che sono le eccellenze d’Italia, come lo sono l’Aeronautica Militare e le Frecce Tricolori>>.

Mauro Vegni, Direttore del Giro d’Italia, ha sottolineato come: <<Annunciare questa partenza, per la prima volta nella storia del Giro d’Italia da un base militare dell’Aeronautica, è per me un onore. Le Frecce Tricolori sono un grande valore aggiunto che daranno lustro anche al Giro d’Italia 2020 come hanno fatto già nel recente passato. Ricordo le acrobazie e il tricolore che passava sulle nostre teste nel 2009, quando con la corsa siamo transitati proprio dalla pista di questo aeroporto, o nel 2014 quando le Frecce Tricolori hanno colorato il finale del Giro a Trieste. Con la Regione Friuli Venezia Giulia abbiamo un rapporto storico che si è consolidato negli ultimi decenni con partenze e arrivi di grande spessore e con grandi vincitori come Froome lo scorso anno sullo Zoncolan o lo spettacolare epilogo del Giro a Trieste nel 2014. Organizzare questa partenza, unica nella storia, dimostra che la sinergia tra la Corsa Rosa, il Friuli Venezia Giulia, l’Aeronautica Militare e tutte le istituzioni coinvolte è ancora una volta vincente>>.

Enzo Cainero, promoter delle tappe friulane del Giro d’Italia, ha detto: <<Questo nuovo progetto nasce della fattiva collaborazione – che mi lega ormai a doppio filo – con la Regione, le Frecce Tricolori e RCS e che voglio ringraziare per la fiducia. Nell’ultimo decennio le Frecce Tricolori si sono esibite al Giro due volte, una volta ogni 5 anni (2009 e 2014), e non potevano mancare nel 2020 quando avranno una ricorrenza importantissima da festeggiare>>.

IL NIZZA E’ UFFICIALMENTE UNA DOCG

Il Nizza è ufficialmente una Docg

Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Unione europea si è concluso il percorso di riconoscimento comunitario del Nizza Docg, che va definitivamente ad aggiungersi alle Denominazioni di Origine tutelate dal Consorzio Barbera d’Asti e vini del Monferrato.

Un risultato che giunge al termine di un percorso burocratico iniziato nel 2014, quando il Consorzio decise di richiedere il riconoscimento a Denominazione di quella che dal 2008 era una sottozona della Barbera d’Asti. Ed è grazie al suo costante impegno nel promuovere le proprie istanze presso tutte le sedi deputate, che oggi si celebra il riconoscimento definitivo di questa Barbera in purezza, coltivata in 18 comuni del sud astigiano. “Siamo ovviamente felici di questo riconoscimento – dichiara Filippo Mobrici, Presidente del Consorzio della Barbera d’Asti e vini del Monferrato – che consente ai produttori del Nizza Docg di fregiarsi di un marchio di qualità riconosciuto a livello mondiale. L’obiettivo è quello di realizzare una barbera in purezza di qualità, sfruttando la vocazione di questi terreni. Si spiegano così le rigide previsioni del disciplinare, che nel limitare a 70 i quintali di uva per ogni ettaro di vigneto, impone un invecchiamento minimo in botti di legno, che oscilla tra i 18 e i 30 mesi”.

“È un grande giorno per tutti gli amanti del Nizza – dichiara Gianni Bertolino, Presidente dell’Associazione Produttori – che conferma la qualità del nostro vino. Consapevoli di ciò abbiamo deciso di intraprendere questo lungo percorso, partito nel 2008 con la creazione di un’apposita sottozona nel disciplinare della Barbera d’Asti e concluso oggi, con il riconoscimento a livello comunitario. Il risultato ottenuto premia gli sforzi di tutti i produttori di Nizza Docg e garantisce loro un prodotto di altissima qualità, capace di rappresentare adeguatamente il Monferrato in tutto il mondo”.

UN SECONDO PIATTO PIEMONTESE STOCCAFISSO ALL’ACQUESE

Stoccafisso all’acquese

Un secondo piatto di pesce del Piemonte, in particolare della città di Acqui che, per la sua posizione, diventò un luogo privilegiato per il commercio di questo pesce, che divenne il piatto tipico del luogo

Tagliate in due o tre pezzi lo stoccafisso e sbollentatelo per 8-10 minuti. Scolatelo, asciugatelo, apritelo a libro e diliscatelo, mettendo da parte i pezzi di polpa ben puliti da lische e pelle. Scaldate circa mezzo bicchiere d’olio in un tegame basso e largo insieme agli spicchi d’aglio divisi in metà o tritati (secondo il gusto), fatevi sciogliere le acciughe diliscate, unite la polpa di stoccafisso, lasciate insaporire per una decina di minuti, aggiungete un cucchiaio di prezzemolo tritato e un cucchiaio di pinoli tritati finemente, poi bagnate con il vino bianco e lasciate evaporare. Aggiungete le olive e i pinoli interi, mettete il coperchio e cuocete a fuoco dolce per circa un’ora, versando un poco di brodo se lo stoccafisso dovesse asciugarsi troppo.

Sbucciate le patate, lessatele mantenendole al dente e tagliatele a rondelle piuttosto spesse. In alternativa, tagliatele a rondelle e lessatele al vapore. Unitele allo stoccafisso e completate la cottura. Regolate di sale e pepe, ritirate dalla fiamma e spolverizzate con il prezzemolo rimasto.

INGREDIENTI
PER 4 PERSONE

– 800 g di stoccafisso ammollato per 4-5 giorni
– 2 acciughe liguri salate
– 2 spicchi d’aglio
– 2 cucchiai di prezzemolo tritato
– 3 cucchiai di pinoli
– 1 manciata di olive taggiasche in salamoia
– 4 patate medie
– 1 bicchiere di brodo vegetale
– 4-5 cucchiai di vino bianco secco
– olio extravergine di oliva
– sale, pepe

INFORMAZIONI AGGIUNTIVE

Tipo portata: secondi
Esecuzione: Media
Preparazione: 20 min.
Cottura: 90 min.

IL TEMPIO DEL KARATE LICENZA CON ORGOGLIO UNA NUOVA CINTURA NERA

Il Tempio del Karate licenzia con orgoglio una nuova cintura nera

Melissa Nera.. GRUPPO DI ATLETI CON IL TROFEO RAFFAELE MONTECUCCO CONQUISTATO IL 27 GENNAIO 2019 

Il gruppo di atleti solleva l’ultimo trofeo conquistato a Novi Ligure il 27 gennaio al Trofeo Raffaele Montecucco

C’era un sorriso particolare nel volto di Melissa che lo scorso giovedì, dopo un esame preparato a lungo e con costanza, ha ottenuto la, tanto sudata, cintura Nera di Karate dalla Commissione Federale de “Il Tempio del Karate” riunitasi, per l’occasione, nel dojo di Novi, la palestra della scuole el.Martiri. Mangione Melissa per la prima volta indossa con desiderio, gioia, stanchezza e soprattutto umiltà una cintura che non incarna solamente il duro lavoro svolto e l’impegno che mai è venuto meno in oltre un decennio di studio, amicizia, collaborazione e immensa volontà, ma qualcosa di più importante poiché, la cintura Nera, così come si è dilungata nello spiegare la commissione, non è un traguardo, ma l’inizio del vero e più impegnativo percorso di vita che questa forma di arte rappresenta. Nella cintura “c’è fatica, divertimento, grande passione, fraternità e disciplina”; in questi anni, per l’allieva, non sono mancati i dispiaceri e i dubbi così come gli ori e le vittorie Tricolore.

La neo diplomata, come il compagno di squadra Yuri Meneghin, nera da un solo mese, riconoscono nel Karate un’arte quotidiana che si riassume nel seguire i sogni e le passioni con serietà. I due, ora, ancor più di prima, alleneranno con maggior coscienza il corpo e lo spirito non solo nell’ottica sportiva del Karate ma anche “nella vita”, intesa come essenza e maestra.

Molto significativo per Melissa è stato poter coronare questo giorno tra i Sensei che fin dai primi passi sono stati a lei accanto con determinazione e profonda passione nell’insegnare. I Maestri del Tempio, Gimmo e Manuele Borsoi, Giuseppe Vecchi, Luca Patelli, fratelli Giorgio e Nando Bellora, sono pilastri di grande umanità e professionalità che reggono i progressi e colmano le sconfitte di ogni allievo con la stessa passione e devozione da oltre 40anni.

DA PADRONI A GARZONI INIZIA UNA NUOVA EPOCA

 www.sportolimpico.it

Venerdì 1° Febbraio 2019

Osservatorio / Da padroni a garzoni? Inizia una nuova epoca
 

 

 Illustrate ieri all’Acqua Acetosa le linee programmatiche della riforma del sistema sportivo italiano che ridisegna completamente il ruolo del CONI e delle Federazioni che ne sono stati, per oltre un Secolo, la centralità e il riferimento. 

Luciano Barra

Non sono andato a Roma per la conferenza governativa sulla riforma del CONI per molti motivi. Ho consultato gli aruspici (l’aruspicina era l’arte divinatoria – d’origine etrusca – che consisteva nell’esame delle viscere di animali sacrificati per trarne segni divini e norme di condotta. Cfr. Wikipedia) e visto che cadeva nel “giorno della merla” e, intemperie a parte, che sono regolarmente arrivate, non prometteva nulla di buono. E così è stato. Ma come, direte, ora prendi le difese di Malagò? No, ma del Presidente del CONI, si. Le poche immagini che ho visto della conferenza mi hanno indotto ad usare il vecchio aforisma: “da padroni a garzoni”.

Vedere, Giorgetti a parte e che continuo a salvare, farisei occupare in maniera arrogante e provocatoria il tempio dello sport, il Centro di Preparazione Olimpica dell’Acqua Acetosa e sede da oltre 50 anni della Scuola dello Sport, mi ha dato fastidio. Meritava che la dirigenza del CONI si presentasse con giacche e guanti bianchi.

Ripeto: ho criticato Malagò da oltre tre anni (da quando ha sponsorizzato la farlocca fiction su Mennea, dimenticando invece di difendere la vera storia dell’atletica). Non c’è bisogno che rilanci qui tutte le critiche a lui fatte, ho avuto il coraggio di metterle nero su bianco ed ora i fatti hanno dimostrato quanto avessi ragione. Mi sa che ne farò un compendio, con i commenti ricevuti. Altrimenti come sarebbe stato possibile che in tre mesi venisse cancellata una storia che durava 73 anni? Non so quale dei precedenti presidenti del CONI (ho lavorato con Onesti, Carraro, persino con Gattai, Pescante, Grandi e Petrucci) si era meritato un articolo su uno dei più importanti news magazine italiani (Panorama) come il “Grande Gatsby di Roma Nord”?

Ma la storia del CONI non può essere cancellata in questa maniera, se è vero come anche i riformatori dicono, sono più le cose positive fatte che quelle negative. Ripeto, a me piace Giorgetti per la sua lucidità, ed anche per il suo cinismo, mi piacciono meno i compagni di ventura, perché non hanno la cultura e neanche il pedigree (non il CV) per toccare la sacralità dello sport. Potrei scrivere pagine, ed alcune cose le ho già dette, sulle riforme di cui il CONI e lo Sport Italiano hanno bisogno, a partire dalla qualità della dirigenza e dei sistemi elettorali che sono vecchi ed obsoleti. Ma va salvata la forma e la storia. Ripeto è impossibile cancellare 73 anni di storia in tre mesi.

Qualcuno mi dice che l’unica maniera per correggere gli errori è quella di azzerare tutto e ricominciare da capo. Vengo da studi classici e non ricordo esempi positivi in tal senso. Nella conferenza si è voluto sottolineare come la riforma non sia “contro qualcuno o per qualcuno”. Solo il tempo potrà dare un giudizio invertendo la tendenza, per la prima volta nel nostro Paese, per cui una “nazionalizzazione” funzionerebbe meglio dell’iniziativa privata.

Quindi, superato il logico mal di pancia su come tutto ciò è avvenuto (ma come è possibile che agli Stati Generali del 16 gennaio non si sia prodotto un documento che indicasse paletti e suggerimenti?), la logica e l’amore per lo sport richiede di essere razionali e guardare avanti. Le domande vere non riguardano il passato, ma il futuro. Come è possibile fare le cose annunciate su Scuola, Salute, Impianti, Associazionismo sportivo ed altro solo grazie ad una legge di riforma? Per alcune di loro serviranno ben altri provvedimenti (legislativi ed amministrativi) per vedere dei risultati misurabili solo in decenni.

Mi hanno spaventato i discorsi di Ministri che parlano di risolvere l’obesità e all’attività motoria nella scuola con strumenti inadeguati. E soprattutto come è possibile fare tutto ciò con 408 milioni? Promettendo gli stessi contributi alle Federazioni che, se non saranno opportunamente sostenute, faranno un bel tonfo a Tokyo 2020 e a Pechino 2022.

Il primo banco di prova sarà quello relativo alla candidatura di Milano e Cortina ai Giochi Olimpici Invernali del 2026. Basterà il carisma di Pescante, come avvenne a Seul nel 1999 quando usò le sue stimmate, causate dall’attacco del WM (Visco, Veltroni, Melandri), per racimolare i 43 voti per far vincere Torino 2006? Può ora Malagò, da solo, usare le sue stimmate per raccogliere i voti necessari per il 2026, per una Candidatura priva dell’appoggio sostanziale del Governo, a favore di due Regioni governate dalla Lega, da chi lo ha – agli occhi suoi – accoltellato alla schiena? Una candidatura che tecnicamente sembra più una somma di Campionati del Mondo in sette diverse sedi e che nulla ha con lo spirito dei Giochi Olimpici? Oppure lui avrà il coraggio, e la dignità, di rovesciare il tavolo e scaricare questa responsabilità sui riformatori, come molti del mondo dello sport auspicano?

Il tempo ci darà tutte queste risposte.